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Purcidduzzi e Buon Natale

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E' tutto pronto: il digestivo è in borsa, abbiamo raggiunto le famiglia in Puglia da qualche giorno e l'odore di fritto è ormai una costante sui nostri vestiti. Finalmente il vero spirito del Natale. Anche quest'anno sulla nostra tavola la parola d'ordine sarà tradizione, tutti piatti che vantano origini lontane e poco spazio concesso a sperimentazioni ed abbinamenti azzardati, il Natale è anche questo: un caminetto acceso, chiacchiere infinite con gli amici e i parenti che non si vedono durante il resto dell'anno e poi dolci, tanti tantissimi dolci.

Da che ho memoria ricordo vassoi in plastica o vetro colmi di pasta di mandorle, croccanti, frolle a forma di staffe di cavallo, biscotti con le sembianze di alberelli di Natale, mustaccioli, "negretti" al cioccolato, dolci "ingilippati" ripieni di marmellata, cartiddati e Purcidduzzi. Il dono più gradito che ci si possa scambiare in questi giorni è proprio un tripudio di dolcezze e noi vi vogliamo augurare un Felice Natale proprio con la ricetta dei Purcidduzzi (o purceddhruzzi, purciaddhuzzi, purceddhi, purcedduzzu a seconda della zona del Salento di riferimento) che la nonna di Pietro ha innumerevoli volte testato e con grande piacere tramandato.

Vi giunga il nostro augurio di serenità più sentito e che siano per voi giorni da trascorrere con chi amate, avvolti da risate e abbracci: BUON NATALE 2013!

PURCIDDUZZI

Purcidduzzi DUE



INGREDIENTI

500g di Semola
100g di Olio Extravergine di Oliva
Un pizzico di sale
Un mandarino
Un’arancia
Un bicchiere di Cognac
Olio di Arachidi
250g di Miele
Zuccherini

Preparate l’impasto con la semola a cui aggiungerete il cognac, il succo dell’arancia, un pizzico di sale e l’olio “sfumato” precedentemente in padella con la buccia del mandarino. Impastate energicamente, la consistenza deve essere simile a quella della pasta di semola fatta in casa.

Con l’impasto ottenuto realizzate dei piccoli maccheroncini grandi quanto un dito, tagliateli in pezzettini di 2-3cm circa, come fossero dei piccoli gnocchetti. Passateli su una forchetta rovesciata o su una grattugia e friggeteli in abbondante olio di arachidi.

Ponete i purcidduzzi fritti su carta assorbente per farli raffreddare, nel frattempo versate il miele con un bicchiere d’acqua in un pentolino e portate ad ebollizione, solo a questo punto versateci dentro i purcidduzzi e mescolate, facendo aderire il miele su ogni superficie. Aiutandovi con una schiumarola disponete i purcidduzzi su un piatto e decorate con zuccherini colorati, pinoli, frutta secca o bucce di agrumi candite, sbizzarrite la vostra fantasia.

Purcidduzzicartolina

Ci beviamo su un il Primitivo di Manduria DOP Dolce Naturale di ATTANASIO


 E ci ascoltiamo Atmosphere - Joy Division


Vi lasciamo con un'immagine del nostro alberello di Natale, anche quest'anno assolutamente non convenzionale.



Sarde Fritte in Carpione: un nobile pasticcio per la Duchessa

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Abbiamo conosciuto Sara un anno fa, occhi che brillavano per l'entusiasmo e grinta incontenibile, pugliese come noi con tante idee e spirito d'iniziativa. Stava avviando il suo progetto: realizzare dei format che coniugassero storia dell'alimentazione e cucina all'interno delle meravigliose cornici dei luoghi storici pugliesi, location che durante il medioevo e il rinascimento sono state simbolo dell'epoca. Da allora tante cose sono cambiate e le sue idee si sono potute concretizzare, grazie al finanziamento di Principi Attivi 2012  e alla nascita della cooperativa Nobili Pasticci. L'estate 2013 segna l'inizio della sua avventura e la prima iniziativa che la vedrà protagonista è "A cena con la Duchessa", evento in tre tappe che si terrà in splendidi castelli nel Salento, dove si potrà degustare un'ottima cena immersi nella suggestione di musica, arte e performance teatrali.

E' proprio in occasione di questa nuova avventura che Sara ha indetto un originalissimo contest culinario dedicato a blogger ed appassionati: realizzare una ricetta di eco rinascimentale o medioevale. L'indicazione fornitaci è stata quella di consultare il trattato culinario di Bartolomeo Scappi, il più importante cuoco del Rinascimento al servizio di Papa Pio V. Pietro si è fatto prendere la mano, due giorni dedicati alla ricerca della sua ricetta, approfondendo tutto sulla cucina di Scappi e immedesimandosi nelle preparazioni di allora. Si è calato nella parte talmente tanto che ha voluto scrivere la ricetta come fossimo nel Rinascimento. Lascio a voi intuire in che modo abbia chiamato i moderni elettrodomestici, a me viene da ridere ripensandoci.

Medioevo QUATTRO

Sarde Fritte in Carpione

Per friggere, accarpionare, & marinar sarde. Cap. LXXIII.
Piglinosi le sarde fresche, scaglinosi, & lavinosi, & faccinosi stare sopra una tavola, mescolate con un poco di sal bianco, infarininosi poi, & frigganosi in oglio d’olive, perche sara sempre meglio che lo strutto, e che il butiro; & come saranno fritte, se si vorranno marinare, mettanosi in aceto di riso nel qual sia zucchero bruno, petrosemolo tritato et oglio d’olive extravergine emulsionatosi con bacchetta dalle lame rotanti.
Servanosi con stampo su piatto & mettanosi le sarde in strati con polpa di pane, emulsione di petrosemolo & sal rosa Himalaiano; guarniscasi con petrosemolo fritto dapoi che sia fatto riposare in armadio refrigerato per un poco di minuti.


Medioevo TRE

Ingredienti per 2 persone
250g di sarde fresche
Olio EVO
Farina di grano tenero
Aceto di riso
Prezzemolo
Sale rosa dell’ Himalaya
Sale
Zucchero di canna

Pulite bene le alici fresche e disponetele su un tagliere spolverando con un pizzico di sale. Infarinatele e friggetele in olio evo bollente.

Preparate in un apposito boccale un’emulsione con 5 cucchiai di aceto di riso, 2 cucchiai di zucchero di canna, 1 cucchiaio di olio evo ed un ciuffo di prezzemolo ben tritato.

Disponete le sarde fritte in due stampi, bagnando ogni strato con l’emulsione e spolverando con pan grattato e sale rosa. Una volta composti 4 strati di sarde, fate riposare in frigorifero per circa 20 minuti perché il piatto acquisisca una maggiore compattezza.

Servite guarnendo con una foglia di prezzemolo fritta.
Medioevo UNO

Ci beviamo su Riva Arsiglia di Menti





IL CONTEST



Il Nostro Matrimonio e le Orecchiette Mmaritate

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Pochi preamboli, il 2014 sarà l'anno che ricorderemo per i viaggi, per i tanti progetti da cui saremo travolti e per Il Nostro Matrimonio. La decisione l'abbiamo presa qualche mese fa, era una di quelle sere che ci vedono lontani, in città diverse, impegnati in lunghe telefonate della buona notte come se avessimo ancora 14 anni. Ricordo vagamente chi abbia detto cosa a chi, ma il succo della conversazione è stato "Ci sposiamo il prossimo anno, deciso."

Da quella sera tanti spunti e condivisioni, idee e desideri, poco tempo per concretizzare ed una sola grande certezza: il Matrimonio non sarà IL giorno più bello della nostra vita, sarà UNO dei tanti meravigliosi giorni che ci vedono e ci vedranno insieme.

Ho letto ed ascoltato di tutto, situazioni portatrici di ulcera lancinante: ansie riguardo il menu da 12 portate, paranoie su nuance di fiori rarissimi, segnaposto e tableau (ta..che!?) da inventare, inviti bizzarri, acconciature monumentali e trucco a prova di lacrima d'ordinanza, coni placcati in oro (ma siamo seri?), damigelle da domare, bouquet cinematografici da comporre, fedi in 3 ori con diamanti e applicazioni, location sacre e chiese come fossero circhi, sfarzo e ostentazione, ricchi premi e cotillon. Ebbene, non ci sarà nulla di tutto questo, almeno non secondo quanto disposto dal Bizzarro Codice del Matrimonio all'Italiana, con aggravante in suolo pugliese. Non saremo noi i protagonisti, volessimo un matrimonio "sposi-centrico" l'organizzeremmo su una suggestiva isola deserta con pochi amici e quattro parenti, vogliamo invece che sia una festa, che venga celebrato l'amore, il nostro e quello di chi ci vuol bene, con musica, chiacchiere, risate e tante bollicine.

Abbiamo scelto ed opzionato Chiesa e Masseria per i festeggiamenti, sappiamo esattamente cosa non vogliamo e tutto il resto verrà da sé, insieme a tante risate. Ci apprestiamo ad ufficializzare con firme e marche da bollo un'unione che ci vede insieme da sempre, abbiamo scelto di amarci tanti anni fa, ci ripetiamo che staremo insieme tutta la vita ad ogni sguardo ed ogni sorriso, è arrivato il momento che lo sappia anche la Chiesa Cattolica e lo Stato Italiano. Nel frattempo Orecchiette Mmaritate per tutti.

OreCC Due
Le Orecchiette Mmaritate Normanne

Orecchiette e Minchiarieddi, le prime simbolo della sessualità femminile, i secondi di quella maschile, insieme "Mmaritati" ossia sposati. E' un formato di pasta che ha accompagnato i matrimoni salentini del passato, quando si pensava che condirle con un buon sugo di castrato fortemente piccante potesse essere propiziatorio per un matrimonio fecondo e sereno. E' la ricetta che vi proponiamo oggi, è la ricetta con cui celebreremo la Felicità.

OreCC Quattro
Orecchiette Mmaritate al Sugo con CacioRicotta


Orecchiette Mmaritate

Ingredienti per 2 persone:

200g di Orecchiette Mmaritate fresche (Le nostre sono del Pastificio Ligorio - Al Mattarello, lo saranno sempre, sono le orecchiette con cui siamo cresciuti e che ci fanno ritrovare "casa"; se invece volete farle voi la ricettaè di qualche tempo fa)

250g di Passata di Pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto
1/2 Cipolla Bianca
Olio Extravergine d'oliva
Sale
Abbondante Basilico
Cacioricotta di capra


Versate in una pentola abbondante acqua e portatela ad ebollizione. Nel frattempo fate dorare la cipolla tritata finemente in un'ampia padella con tre cucchiai di olio extravergine d'oliva, aggiungete la passata di pomodoro e lasciate cuocere per 6 minuti circa.

Salate l'acqua bollente e fate cuocere le orecchiette mmaritate per circa 7/8 minuti, scolatele e trasferitele nella padella con la passata di pomodoro, mescolate per un paio di minuti ed impiattate, aggiungendo un paio di cucchiai di sugo precedentemente tenuto da parte dopo la cottura.

Completate il piatto con abbondante cacioricotta grattugiata e foglie di basilico fresco.

OreCC cinque

Accompagniamo questo tradizionalissimo primo piatto pugliese con il Copertino DOP rosso Eloquenzia di Severino Garofano - Vigneti e Cantine Tenuta Monaci, uve di Negroamaro 100%.



Ci ascoltiamo i Blur con Tender


Buddy Valastro, il Boss delle Torte a Milano

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Ricordo come fosse ieri quel Settembre del 2010; erano giorni che sui media non si comunicava altro: REAL TIME stava per approdare sul Digitale Terrestre, allora non lo sapevamo, ma le nostre vite nei  mesi seguenti sarebbero cambiate. Sono rimasta giornate intere immobilizzata davanti alla Tv accesa al Canale 31, incantata dai numerosi programmi che fino ad allora avevo potuto seguire solo occasionalmente su emittenti straniere; è stato in quel periodo che mi sono imbattuta per la prima volta in Buddy Valastro e nelle sue faraoniche creazioni: il Boss delle Torte stava entrando nelle nostre case, destinato a non andar più via.

Buddy Valastro - Il Boss delle Torte

In questi tre anni e mezzo abbiamo seguito la gran parte delle puntate andate in onda, ci siamo appassionati alle vicende della famiglia italo-americana Valastro e ad ogni torta realizzata abbiamo assunto un'espressione di meraviglia e sorpresa diversa. Cake Boss (questo il nome originale del programma) è un reality show che documenta ciò che accade all'interno della Pasticceria Da Carlo a Hoboken in New Jersey; dal primo incontro con il cliente alla realizzazione della torta, passando per il progetto grafico. Le torte di Buddy sono opere d'arte, lo dimostra il fatto che oggi è uno dei pasticceri più famosi in America e nel mondo, tanto da essersi guadagnato l'onore di preparare la torta per la passata serata degli Oscar.

Qualche giorno fa il famoso pasticcere è atterrato nel nostro paese, pronto a conoscere il suo pubblico italiano e a raccontare come ha fatto a diventare il Boss delle Torte, personaggio indiscutibilmente amato. Prima della sua partenza per il Sigep di Rimini ho avuto il piacere di incontrarlo in un piacevole pomeriggio presso gli uffici di Discovery, dove ha risposto, con un sorriso contagioso, alle domande di giornalisti e blogger.

  
Il Boss delle Torte

E' arrivato accompagnato da Joey Faugno e Mauro Castano (suo cognato e fidato braccio destro), ha concesso del tempo a tutti, nonostante i ritmi serratissimi e la necessità di rispondere ad ogni dubbio o curiosità. Parlava dell'Italia e delle sue origini con una brillante luce negli occhi, ha raccontato del padre e dell'amore per il mondo della pasticceria che gli ha trasmesso durante l'infanzia e l'adolescenza. Ha spiazzato tutti con battute e racconti legati alla famiglia, come il suo compleanno festeggiato ogni anno con una torta preparata da moglie e figli, rigorosamente realizzata con basi pronte acquistate al supermercato (che nell'ultima occasione, però, era una delle sue, lanciate in commercio da qualche mese).

Qualcuno ha provato a frasi dare pratici consigli su come realizzare cupcakes impeccabili, a quanto pare il segreto è la giusta temperatura del forno. Ci proverò e vi farò sapere, ma dubito sia solo una questione di centigradi (che nello specifico sono stati comunicati in celsius e che di conseguenza sarà per me impresa ardua convertire con assoluta precisione).

C'è stato un momento che più di tutti, durante l'intervista, mi ha fatto venir voglia di alzarmi e di andare ad abbracciare Buddy come fosse un vecchio amico. Ha espresso così il suo amore per l'Italia: 

“La differenza tra l’Italia e l’America? Voi lavorate per vivere, noi in America viviamo per lavorare. Mi piace lo stile di vita italiano – vengo spesso in Puglia per incontrare la mia famiglia, ad Altamura dove ho ancora diversi parenti – e credo che in America dovremmo trovare il tempo per fermarci"

E' evidente che il Boss abbia fino ad ora vissuto la routine giornaliera del Sud Italia, a Milano le dinamiche non sono esattamente quelle così romanzate, ma ad Altamura sì, così come un po' in tutto il resto del mezzogiorno che conosco bene, ma questa è un'altra storia. Buddy ha il cuore e l'anima pugliese, lo avevo percepito seguendolo in tv ed ora ne ho avuto la conferma. Sulla bontà delle sue torte non posso proferir parola, non ho avuto il piacere di assaggiarle, nel suo libro "Le Migliori Ricette del Boss delle Torte" (GRIBAUDO) le ricette sono chiare e dettagliate, proveremo a riproporle, non garantisco sulla piacevolezza estetica.


Chissà se mai riusciremo a visitare la sua pasticceria, per ora dobbiamo accontentarci della cara vecchia tv. Il nuovo programma in onda su REAL TIMEè Bakery Boss: SOS Buddy (il venerdì sera alle 22 e 10), un successo garantito, come sempre il boss è pronto a conquistare grande pubblico.

Qui è quando chiedevo a Buddy consigli sulla torta nuziale. 

Olio Officina Food Festival 2014

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Quest'anno nell'elenco buoni propositi professionali stilato ad inizio Gennaio campeggiava nelle prime posizioni: "Approfondire le tematiche legate all'olio extravergine d'oliva e seguire corsi di degustazione". Riconosco di non essere un'assoluta principiante in merito all'argomento, non potrebbe essere diversamente considerato che sono nata in una regione dove l'olio è ingrediente protagonista di ogni piatto e ne si insegna il rispetto e l'importanza fin dalla prima infanzia. Ci sono, però, tanti aspetti che ignoro, innumerevoli monocultivar e blend che non conosco e dettagli tecnici legati alla produzione che meritano studi approfonditi. La prima occasione per osservare diligentemente quanto scritto mi è stata offerta da Olio Officina Food Festival 2014, appuntamento milanese giunto alla sua terza edizione. Tre giorni dedicati a sua eccellenza l'Olio Extravergine d'Oliva, raccontato nelle sue diverse sfaccettature e comunicato attraverso dibattiti, incontri, degustazioni, giochi e momenti di scambio dialettico.

 
Olio Officina Food Festival 2014

Tantissima la gente intervenuta, dagli addetti ai lavori ai semplici appassionati, giornalisti, blogger e anche bambini; proprio a questi ultimi erano dedicati alcuni momenti ludico-didattici per insegnare loro come degustare e riconoscere il buon olio in modo leggero e divertente. 

Tra i tanti incontri interessanti mi ha colpito la presentazione del progetto, dell'identità, della missione e degli obiettivi dell'Associazione Nazionale Le Donne dell'Olio, ho ascoltato con piacere il presidente Gabriella Standfield che ha voluto mettere in luce la necessità, oggi più che mai, di avere uno spazio in cui le donne possano incontrarsi ed aiutarsi in modo virtuale e non. Tanti i racconti delle socie, tante le speranze per il futuro che vogliono sia costellato da successi condivisi e traguardi raggiunti insieme; caparbie e determinate hanno compreso che l'unione fa la forza sia nelle piccole incombenze quotidiane all'interno di un frantoio che per questioni più impegnative legate a distribuzione e iter burocratici. Continuerò a seguire le loro iniziative, ad osservare quanto un modello così semplice di cooperazione possa essere vincente come raccontano.


Nel ricco calendario degli appuntamenti ha suscitato la mia curiosità “Extra vergini in purezza, extra vergini abbinati” un percorso alla scoperta dei profili sensoriali degli extra vergini Carapelli (Oro Verde, Il Nobile, Le Macine, Bio e Ligustro). Un duplice percorso di scoperta: da una parte l'assaggio in purezza e dall'altro l'abbinamento dell'olio in diversi piatti, utilizzato per esaltare il sapore delle materie prime. Gli assaggi sono stati guidati dal capo panel di Carapelli Firenze Marcello Scoccia, che con poche semplici osservazioni ed indicazioni è riuscito a farci immergere nel mondo delle sfumature sensoriali dell'extravergine di oliva.


Carapelli - Olio Officina Food Festival 2014


Nel percorso di degustazione abbiamo potuto riflettere sulle differenze tra due degli oli della gamma, in particolare l'Oro Verde (extra vergine Carapelli 100% Italiano, con intense note di oliva e un gusto deciso e fruttato; particolarmente indicato per l’utilizzo a crudo) ed il Nobile (extra vergine Carapelli a bassa acidità, con gusto morbido e leggermente fruttato, genera i migliori risultati gustativi se abbinato a verdure e a piatti dai sapori delicati).

L'assaggio dei finger food è stato guidato dallo Chef Capano, che ci ha raccontato della nascita dei piatti, dello studio degli abbinamenti e di come possa cambiare il sapore di ogni singolo ingrediente in relazione all'olio utilizzato e alla temperatura a cui viene servito. 


Procedendo, in senso orario, abbiamo assaggiato: 

  • Aperitivo cremoso al finocchio crudo con olio Ligustro, cubetti di arance marinate all'alloro olio Le Macine
  • Tartare di mozzarella all'Olio Verde, cialda di riso rosso all'olio Le Macine, mousse di cavolo patate con olio Bio
  • Farro all'olio Ligusto e profumo di rosmarino, ceci neri all'olio Il Nobile e dragoncello su crema di zucca e scaloni all'olio Le Macine
  • Bavarese dolce all'olio Il Nobile, cioccolato bianco e sfumature di liquirizia con biscotti di mandorle all'olio Bio

Spunti interessanti ed idee semplici per valorizzare un piatto e rendere l'assaggio un intenso momento di gusto. Non vanno tralasciati tutti gli aspetti legati alle proprietà benefiche dell'olio, è proprio per approfondire questi elementi che nel 2001 è nato il Carapelli's Nutritional Institute, che tra le varie attività promuove la diffusione dei risultati della ricerca scientifica svolta al suo interno.

Quello dell'Olio Extravergine d'Oliva è un patrimonio inestimabile che appartiene indistintamente alla nostra bellissima nazione, una delle poche a poter vantare una notevole biodiversità. E' proprio questo aspetto che ognuno di noi è tenuto a conoscere ed apprezzare, un po' per sé, un po' per preservarlo per il futuro.

Con Mr LoveBeer ad Identità Golose 2014

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Febbraio è il mese di Identità Golose, è dal 2005 che Milano diventa per tre giorni il luogo in cui si celebra la cucina d’autore italiana e non solo. Da qualche settimana è on line il programma degli appuntamenti e sarà davvero difficile decidere a cosa rinunciare prima di sedersi comodamente per ascoltare i numerosissimi interventi previsti nel corso del convegno.

Tanti i nomi illustri, numerosi i giovani talenti che per la prima volta saranno al fianco dei più grandi professionisti della cucina, della pasticceria e della sala. Nessun dubbio riguardo l’importanza di questa occasione: incontri, scambi di idee, vere e proprie lezioni, momenti di confronto e dialogo per addetti ai lavori ed irriducibili appassionati. Identità Goloseè tutto questo e spesso anche di più, tante le sorprese che si potranno vivere  il 9-10-11 Febbraio al Mi.Co - Milano Congressi in Via Gattamelata, 5.


Il tema di questa edizione è “Una Gustosa Intelligenza”, piatti realizzati con materie prime che parlano del territorio, con tecniche base che ne esaltano sapore e profumi. Gli elementi di un grande piatto possono risiedere nell’essenzialità e bastano precisi e chiari riferimenti alle origini di un’idea sviluppata in una preparazione per rendere l’assaggio memorabile. Ci sarà tanto da ascoltare e da imparare, iniziando da Identità Naturali e spostandosi poi ad Identità di Sala, proseguendo per Identità di Pane e Pizza e Identità d’Acqua, non trascurando Identità Libri e lo spazio dedicato alla nazione ospite di quest’anno: la Thailandia.

C’è un momento che più di tutti sto attendendo con impazienza ed è Identità di Birra(in collaborazione con Birra Moretti), Lunedì 10 Febbraio. Durante i tre giorni del congresso mi vedrete sgattaiolare da una sala all’altra per raccontare con immagini e parole tutte le curiosità e le notizie più salienti, lo farò con un amico speciale, Mr. LoveBeer, insieme raccoglieremo curiosità, impressioni e piccole interviste. Sarà un divertente “social live coverage” (ma quanto mi piace questa definizione così internazionale?), protagonisti non saranno solo gli chef, ma anche i blogger e gli appassionati che durante i tre giorni incontrerò per i corridoi e nelle sale. Potete seguirci su Twitter @Singerfood&@MrLoveBeer o rivivere i momenti migliori su ilovebeer.it .



Spero di vedervi in tanti, mi riconoscerete: sarò quella con lo smartphone in una mano e una Birra Moretti Baffo d’Oro nell’altra.

Da Contadi Castaldi per una cena con i Tre Gamberi

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Il titolo è fuorviante, me ne rendo conto: no, non ceneremo solo con tre gamberi; vi spiego.

Anche per il 2014 sono stati assegnati da Il Gambero Rosso i riconoscimenti alle migliori trattorie d'Italia, il premio tanto ambito è il conferimento dei famosi "Tre Gamberi" e la conseguente menzione nella Guida Ristoranti d'Italia 2014. Per celebrare questi luoghi in cui si interpreta la tradizione del territorio in cucina, l'azienda vinicola Contadi Castaldi ha organizzato due serate speciali in cui presentare una piccolo grande progetto. La prima serata si è svolta il 10 Marzo e la seconda si terrà Lunedì 17, immersi nel bellissimo paesaggio della Franciacorta. 

L'idea dell'azienda è stata quella di affidare alle bellissime immagini di Oliviero Toscani il racconto della vita in cucina, in sala e in famiglia di cuochi ed osti che hanno fatto la storia della tradizione italiana. Un mestiere antico da far rivivere nella storia, da comunicare attraverso parole e fotografie per trasmetterne il suo significato più intimo: il cibo da servire per dare piacere e soddisfazione, il cibo da condividere.



Ogni piatto sarà accompagnato da un vino dell'azienda che ci ospita ed ogni assaggio sarà un tuffo in una diversa zona della penisola, da Milano a Roseto degli Abruzzi, da Taormina a Torino. Il nome scelto per le due serate è “Cena con le sedici migliori Trattorie d’Italia” perché sono proprio tante quelle scelte per rappresentare al meglio l'eccellenza del nostro paese.

La cena è aperta al pubblico al costo di 55,00E solo su prenotazione ed i posti sono limitati. Per informazioni contattare Contadi Castaldi al numero 030 74 50 126 o tramite email su now@contadicastaldi.it .

Vi racconteremo della cena, dei vini e dei sorrisi, che siamo pronti a scommettere saranno tanti.

Identità Golose e le nostre interviste per #IloveBeer

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Vi avevo preannunciato qualche settimana fa che quest'anno ad Identità Golose ci sarei andata in una veste diversa o meglio con un compito ben preciso: sarei stata al fianco di Mr Love Beer per raccogliere idee, pensieri e suggerimenti sul mondo della birra nel tempio dell'alta cucina italiana. 

Della famosa manifestazione se ne parla tantissimo, ognuno sente l'impellente esigenza di dire la sua, c'è chi ne parla male, chi bene, chi si astiene da giudizi netti e chi, semplicemente, pensa che sia un'ottima occasione di incontro, scambio e conoscenza. Ecco, io appartengo all'ultima categoria, ho sempre pensato che da appassionata di cibo e birra ho tanto da imparare, soprattutto da chi in questo mondo ci vive ed ogni giorno lavora con umiltà e dedizione.

Sono stati tre giorni intensi durante i quali ci siamo destreggiati tra piatti, incontri, conferenze, assaggi (inevitabili e graditi) ed interviste ai protagonisti: chef, giornalisti, sommelier e blogger. Inizio a darvi un assaggio con le immagini del backstage, sapientemente selezionate ed indicative dello spirito che abbiamo vissuto nello spazio Birra Moretti che ci ha ospitato.


Passiamo subito alle interviste, domande immediate, poco tempo per rispondere e tanti  blogger che sono passati a trovarci o che abbiamo incontrato per i corridoi e le sale del Congresso. La prima è Marta Tovaglieri ( streghettaincucina.it ), che alla birra non rinuncia nei momenti di relax. Veloce passa il microfono ad una delle blogger più simpatiche della rete , lei è Giovanna Gallo meglio conosciuta come @Gioska23, risata contagiosa e battuta sempre pronta. Si ritorna al mondo dei foodblogger con Valentina Barone ( cucinaecantina.net ), Francesca Romana Mezzadri ( conviviare.com ) e Alessia Bianchi ( dolcezzedinonnapapera.blogspot.it ).


Dopo aver indagato sul momento preferito per sorseggiare una birra non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione di chiedere una ricetta ad ognuno di loro. Non un semplice abbinamento per accompagnare il piatto, ma un procedimento in cui la nostra bionda, rossa o nera  sia un ingrediente. Così abbiamo scoperto di poter preparare un appetitoso stinco di maiale in modo semplicissimo e non sono mancate le sorprese come il dolce proposto da Emanuele Patrini ( cravatteaifornelli.net ) o il cioccolato che sposa la birra secondo Laurel Evans ( unamericanaincucina.com ).  Che sia un piatto dolce o salato l'importante è stupire e farsi sorprendere da insoliti utilizzi, come ci suggeriscono Paola Sucato ( paolasucato.it ) e Serena Oliva ( cucchiaiodistelle.com ). 


Occasione più unica che rara è stata quella di poter intervistare durante i tre giorni i vincitori del famoso premio Birra Moretti Grand Cru, il concorso nazionale che decreta lo chef under 35 che meglio ha saputo interpretare il proprio estro utilizzando la birra per la preparazione di un piatto. Il premio è stato istituito tre anni fa ed il primo vincitore, come potete ascoltare nell'intervista, è stato Giuliano Baldessari, l'anno successivo il premio è stato assegnato al piemontese Christian Milone che ha passato il testimone per il 2013 al campano Luigi Salomone, attualmente vincitore in carica con il piatto "Oro, incenso e birra", una fantasiosa interpretazione della classica pizza napoletana. Siamo anche riusciti a chiacchierare con il celebre Presidente di Giuria, lo Chef Claudio Sadler che ogni anno con entusiasmo valuta i piatti in concorso e si meraviglia di come i giovani cuochi riescano a sorprenderlo ad ogni edizione.


Per chiudere vi lascio con i consigli degli chef e la scelta del sommelier Alessandra Rotondi. Tutti concordi su un aspetto: che la  si voglia bere o utilizzare per le preparazioni poco importa, ciò che conta è che ci sia sempre una birra alla giusta temperatura in cucina.


Appuntamento al prossimo anno con Identità Golose ed a prestissimo con una buona birra da sorseggiare, magari la mia preferita, la Birra Moretti Grand Cru.

Vi regaliamo "Fa' la Cosa Giusta"

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Domani aprirà i battenti l'undicesima edizione di Fa' la Cosa Giusta, la più importante fiera in Italia che tratta i temi del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. E' dal 2003 che la fiera si pone come obiettivo primario quello di diffondere le buone pratiche di produzione e consumo nei diversi settori merceologici: dall'abbigliamento al cibo, dalla cosmesi all'arredamento. Durante i tre giorni (28-29-30 Marzo) si potrà scegliere a quale laboratorio di autoproduzione partecipare o quale dibattito e presentazione seguire, sarà possibile chiacchierare e confrontarsi con i tantissimi espositori che hanno aderito e si potranno sfogliare tutte le edizioni delle case editrici presenti.


Il catalogo espositoriè davvero ricchissimo, è possibile consultarlo on line così come il programma culturale che animerà FieraMilanoCity. Tantissimi gli appuntamenti tra cui scegliere: incontri, laboratori, spettacoli, degustazioni, proiezioni e spazi dedicati ai bambini. Tutta la famiglia potrà essere coinvolta in attività interessanti ed educative. 

Ci saremo anche noi, Venerdì e Sabato. Una delle novità di questa edizione è la Locanda di Fa' la cosa giusta! dove si potrà andare alla riscoperta dei cibi genuini legati alla cucina povera e alla tradizione popolare. Il primo appuntamento sarà domani, con Teresa del blog Peperoni & Patate cucineremo con i legumi raccontando la storia del piatto calabro che abbiamo scelto. Sabato sarà il turno di Pietro e Paola ala Cipolla, che delizieranno i presenti con una ricetta toscana.


Vi piacerebbe trascorrere qualche ora a Fa' la Cosa Giusta!? Abbiamo degli ingressi Omaggio da regalare, scriveteci su singerfood@gmail.com e saremo felici di inviarli ai primi che si prenoteranno. 

Seguite tutti gli aggiornamenti sulla Pagina FaceBook di Fa'la Cosa Giusta e sul profilo Twitter.

Vi Aspettiamo
Fa' la Cosa Giusta
28-30 Marzo orari consultabili sul sito

Fieramilanocity padiglioni 2 e 4 
Viale Lodovico Scarampo, GATE 8 - ex "Porta Scarampo"

Secondi di Pesce: la sfida iChef da KITCHEN

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Sono emozionata: l'1 Aprile mi ritrovo di nuovo in veste di giudice per un'appassionante sfida culinaria, nonostante la data lo suggerisca non si tratta di uno scherzo. Mi diverto sempre tanto ad assaggiare le preparazioni e motivare cosa mi piaccia o meno di un piatto, non sono cattiva né spietata, ci si diverte in modo costruttivo. La location della sfida è uno dei punti di riferimento a Milano quando si parla di cucina o meglio quando si cerca un luogo dove poter acquistare strumenti professionali e non per impreziosire    la collezione "degli attrezzi da lavoro" e quando si è alla ricerca di corsi validi e seri per imparare a preparare le più svariate pietanze. Sto parlando di KITCHEN, in Via De Amicis 45.


Le vetrine incantano e invitano subito ad entrare, un paese dei balocchi per chi ama ed ha un po' il sano fanatismo della cucina (ammettiamolo). Tra i tantissimi corsi che ogni anno vengono organizzati la novità del 2014 è iChef: si impara a cucinare mettendosi doppiamente alla prova, con se stessi e con i giudici. I docenti d'eccezione sono Antonio Marchello e Danilo Angè, si sono svolti e si continueranno a svolgere il martedì e il mercoledì a settimane alternate, con inizio alle 19,30. Ad ogni vincitore della singola serata verrà consegnato un sacchetto ricco di premi oltre al titolo che gli consentirà di entrare ufficialmente nella squadra che il 12 giugno cucinerà presso il ristorante Sophia dell'hotel Enterprise di Milano. In questa data il vincitore finale di tutta la gara avrà in premio il robot Artisan di kitchenAid, sponsor della manifestazione.



Martedì la lezione vedrà protagonisti i SECONDI DI PESCE, terrà il corso lo Chef Antonio Marchello e i due piatti che prepareranno/remo sono i Saltimbocca di gallinella su crema di lenticchie & il Sautè di pescatrice al brandy con ceci, cocco e zafferano. Concluderà la serata un piatto segreto, quello che assaggerò e impeccabilmente valuterò, oltre agli ingredienti misteriosi ci sarà un ingrediente segreto che ho scelto, arriverà direttamente dalla Puglia, non posso svelare altro.

Potete seguire ogni momento su Twitter e FaceBook, vi coinvolgeremo nella valutazione dei piatti, ci sarà da divertirsi!

Orecchiette con le Cime di Rapa

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Ci sono luoghi comuni e falsi miti sulla cucina regionale difficili da sradicare, ce ne sono altri che, invece, diventano realtà tangibili e con orgoglio si raccontano e si mostrano come simbolo della tradizione e dell'autenticità di un territorio. Le Orecchiette con le Cime di Rapa riconducono immediatamente in Puglia, grazie anche al tormentone che negli anni il celebre Lino Banfi ha diffuso con costanza.

Di orecchiette e di rape ce ne sono tante ed ogni tipo ha le sue caratteristiche; la storia colloca l'avvento del formato di pasta nella zona di Bari, da cui si è diffuso, nel corso degli anni, anche a Lecce e provincia. Così ora nella Puglia settentrionale sono preparate con semola di grano duro ed hanno una forma regolare di medio/piccola dimensione, mentre in Salento l'impasto è realizzato con la semola di grano duro semi integrale che conferisce loro un colore più scuro e la dimensione è decisamente più grande.

Le rape si classificano a seconda del periodo di raccolta, quelle che abbiamo scelto (e che in realtà sono le uniche che vogliamo, in mancanza desistiamo) sono "le baresi", reperibili dal tardo autunno fino ai primi giorni di Aprile. Si utilizzano esclusivamente le infiorescenze, i gambi più teneri e le foglie più piccole; questo è il motivo per cui le rape che troviamo a Milano, simili ad arbusti sempre verdi, le escludiamo categoricamente. Facendo di necessità virtù, quando torniamo dalla Puglia puliamo quelle acquistate e le sbollentiamo qualche minuto per poi porzionarle e congelarle in sacchetti di plastica, pronte per essere cucinate durante tutto l'anno.

La ricetta che vi raccontiamo è quella di Pietro, con le sue varianti e il suo tocco personale; le materie prime sono quelle che vuole la tradizione e non potevamo scegliere piatto migliore per salutare l'avvento della Primavera e dire arrivederci alle ultime cassette di rape ancora presenti nei mercati pugliesi, sono gli ultimi giorni, ci si ritrova a Novembre.

Orecchiette con le Cime di Rapa

Orecchiette DUE

Ingredienti per 2 persone:

200g di Orecchiette fresche
250g di Cime di Rapa pulite
1 Spicchio d'aglio
4 Filetti di acciughe
Olio Extravergine di Oliva
1 Peperoncino Fresco
Sale 
3 cucchiai di Pan Grattato

Orecchiette UNO

Lessate le cime di rapa in abbondante acqua salata, quando saranno  cotte scolatele con una schiumarola e tenetele da parte. Utilizzate la stessa acqua di cottura per far cuocere la pasta per metà del tempo necessario. Nel frattempo fate scaldare due cucchiai di olio extravergine di oliva con lo spicchio d'aglio (lasciato in camicia e schiacciato con il palmo della mano), aggiungete i filetti di acciughe e fate soffriggere per pochi minuti. 

Trasferite le orecchiette nella padella con l'olio ed in seguito le le rape; terminate la preparazione a fiamma media, aggiungendo se necessario altra acqua (sempre quella di cottura), il sale e il peperoncino tagliato in piccoli pezzi nella quantità che preferite. Eliminate lo spicchio d'aglio.

Impiattate e completate il piatto con una spolverata di pan grattato fatto dorare in una padella antiaderente (se volete lo potete anche friggere, dipende quanto la prova costume vi stia già mettendo ansia).






"The World's 50 Best Restaurants" con ZACAPA

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- …pronto!? Ehi, ciao ma'!
- Ma dove stai? Ho visto su Facebook che sei a Londra!
- Si, ma', te l'avevo detto! Vado alla cerimonia di "The World's 50 Best Restaurants"
- ...di che? (Se a mia madre dico YES pensa che le stia intimando di uscire nel dialetto del mio paese pugliese)
- Eh…come te lo spiego!? A te piace andare al cinema, vero?
- Sì...
- ...ecco, ora immagina se ti invitassero alla notte degli Oscar...
- Ah! Bellissimo!


Le mie sedici ore londinesi, di cui dieci passate in taxi, in hotel a prepararmi e a dormire, sono state palpitanti. Tutti o quasi i miei eroi dei fornelli erano lì, ad un passo da me. Autori di dipinti e sculture commestibili, capaci di mettere in fila una brigata di 10 persone per un impiattamento, inventori dei piselli ripieni che compongono giardini botanici di fiori, muschi, foglie e germogli su piatti bianchi, ardesia, pietre e assi di legno o tronchi di pino.



L’occasione di assistere ad uno degli eventi più importanti nel mondo dell’alta gastronomia mondiale mi è stata offerta da Zacapa, nome sinonimo di rum d’eccellenza, azienda nata in Guatemala che può vantare una lunga tradizione ed un’attenzione unica per le materie prime ed i processi di produzione. Nelle prossime settimane vi parleremo dettagliatamente della gamma dei rum e vi proporremo un menu speciale all’interno di un progetto che ci ha affascinati e conquistati fin dal primo momento. E proprio Zacapa è stato anche quest’anno uno degli sponsor di "The World's 50 Best Restaurants", protagonista del momento aperitivo e promotore del prestigioso premio Sustainable Restaurant Awards.

Procediamo con il racconto dettagliato della memorabile giornata. L’affiatato ed entusiasta gruppo Zacapa (composto da me, Sandra aka Un Tocco di Zenzero& Francesco, Area Manager di Diageo, distributore unico per l’Italia del prodotto) era in giro dalle 16:00, alle 16:30 sorseggiava già un Altitude Cocktail con Zacapa23 al Ritz accompagnato da tartine memorabili e cioccolata Barry; il tutto mentre nel salone adiacente un folto gruppo di signore ultrasettantenni si accingeva a prendere il tè delle cinque.


Eravamo pronti ad assistere ai festosi saluti tra colleghi chef, giunti da tutto il mondo, nel piazzale antistante la Guildhall Art Gallery, riconoscibili da una cangiante sciarpa di seta azzurra avvolta intorno al collo.


Entrati nel vivo della serata le danze sono state aperte con uno champagne tiepido, ahimè nota stonata. Al primo sorso ho pensato che avrei dovuto immaginarlo contando l’immenso numero di flute sul vassoio, senza un accenno di brina. Mi sono rifatto subito con un rabbocco da bottiglia appena presa dalla glacette. Nonostante il mio debole per le bollicine qualcosa ha attirato la mia attenzione verso l’angolo Zacapa (vedere foto che segue) ed il tempo è trascorso veloce tra amici che andrò presto a trovare a Modena per un Panino memorabile ed una partita a bigliardino, gente simpatica, fingerfood assolutamente deliziosi ed un fallimentare tentativo di spacciarmi per lo chef del ristorante piazzato al 51esimo posto (vedere foto precedente). In realtà la sciarpa era davvero del vincitore del premio beffa 2014, il caro Scabin, da cui non ho ancora avuto il piacere mangiare…ma è solo questione di tempo. 


I pronostici sono stati diversi e contrastanti. Più di qualcuno proclamava la nostra Osteria Francescana favorita, altri il D.O.M. in vista dei mondiali in Brasile, c’è chi era sicuro della riconferma dei fratelli Roca e chi infine pronosticava un ritono al top del Noma. Il finale già lo sapete tutti: Noma back to top e tanti complimenti a loro. I fratelli Roca ottengono un secondo posto che non è proprio da buttar via e a Jordi Roca va il premio come pasticcere dell’anno (finalmente so a chi ordinare le zeppole per San Giuseppe). Massimo Bottura si riconferma terzo e siamo contenti quantomeno di non aver perso il podio. Le Calandre retrocede di molte posizioni e si piazza 46’ mentre Piazza Duomo sale al 39’ posto.

Alex Atala del D.O.M. si aggiudica il premio Chef’s Choice, di grande prestigio. Premio alla carriera per Fergus Henderson, il padre del “nose-to-tail cooking” ovvero “del maiale non si butta via niente”. Best Female Chef alla bellissima (e immagino anche bravissima) Helena Rizzo del Mani.


Il Sustainable Restaurant Awards, promosso da Zacapa, va invece ad una delle mie prossime mete culinarie: Azurmendi a Larrabetzu in Spagna.



Oltre al live su twitter con una connessione wifi intermittente e a questo reportage dissacrante, mi resta una chiara e lucida certezza: tornare a "The World's 50 Best Restaurants” sarà sempre un piacere.

Linguine farro e orzo con polpo e fave fresche

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Trascorse le vacanze di Pasqua in Puglia non potevamo che tornare a Milano con il portabagagli dell'auto pieno di prodotti della nostra amata regione, compresi piselli e fave freschissimi, raccolti solo poche ore prima di partire da papà Franco. 

In queste settimane la primavera la si vive passeggiando per le campagne così come a tavola, dove è possibile ritrovare i prodotti che la terra, in questa luminosa stagione, offre generosa. E' un tripudio di verde: quello variegato degli asparagi, quello intenso dei piselli e quello pastello delle fave.  Il piatto di oggi vede protagoniste le favette fresche, raccolte, sgranate, lessate e private delle buccia prima di essere usate come crema delicata. La pasta è di semola di grano duro al farro ed orzo, specialità di un pastificio artigianale abruzzese di Guardagriele; un sapore ed una consistenza inconfondibili, oltre alle innumerevoli qualità nutrizionali.

Completano il piatto un polpo freschissimo ed un filo di olio extravergine d'oliva dell'Antico Frantoio Muraglia, azienda pugliese conosciuta in tutto il mondo per la qualità del suo "oro giallo" e per l'accattivante design degli orcioni. L'extravergine è ottenuto da olive coratina e peranzana, frante con molazze di granito, seguendo scrupolosamente la spremitura a freddo. Ogni anno la collezione degli orsetti decorati si arricchisce e come le collezioni di alta moda detta la tendenza della nuova stagione. Per questa primavera il colore pastello rosa è protagonista indiscusso della nostra tavola, sottraendo il posto alla versione multicolor che vi abbiamo mostrato per la Vellutata di Cime di Rapa con Acciughe Cantabriche.

Linguine farro e orzo con polpo e fave fresche

Muraglia Makaira DUE

Ingredienti per 2 persone:

180g di Linguine farro e orzo (in alternativa una pasta lunga integrale)
500g di fave nel baccello
200g di polpo
25g di Pecorino Romano
Olio Extravergine d'oliva
Sale & Pepe


Sgranate le fave, raccogliete tutti i semi della leguminosa in una coppetta, dopo aver controllato che non ci siano bruchi nascosti (simpatiche presenze che ne garantiscono la qualità) trasferirli in acqua bollente e lasciateli fino a quando non saranno morbidi, il tempo di cottura dipende dalla loro grandezza. 

Scolateli e privateli della buccia. Tenetene da parte una manciata e versate gli altri nel boccale del frullatore ad immersione, aggiungete un cucchiaio di acqua calda di cottura, il pecorino grattugiato, sale, pepe ed azionando il frullatore ad immersione fate cadere lentamente l'olio extravergine di oliva, continuate fino a quando non otterrete una crema densa.

Muraglia Makaira UNO

Fate cuocere il polpo in acqua bollente, salate solo a fine cottura,  per renderne più tenera la carne lasciate raffreddare il polpo nell'acqua di cottura. Scolatelo e tagliatelo in piccoli pezzi, che farete abbrustolire con un filo d'olio in una padella.

Nel frattempo portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete le linguine, facendo attenzione che non si scuociano, hanno tempi di cottura brevi. Amalgamate tutto all'interno di una capiente ciotola, mescolate la pasta con la crema di favette, il polpo e le favette intere senza buccia lasciate da parte.

Impiattate e completate la preparazione con un filo di olio extravergine d'oliva.

Ci beviamo su il Roero Arneis dell'Azienda Agricola Malvirà



Ci ascoltiamo i Coldplay con Magic

, col

Astice con guacamole e peperoncino per ZACAPA 23

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Con la ricetta di oggi usciamo dal classico schema “vino o birra abbinato a”, l’antipasto che vi proponiamo è il primo di un intero Menu composto da quattro portate che abbiamo elaborato per un piacevole abbinamento a tre diversi Rum della gamma offerta da ZACAPA

Si è soliti servire il rum a fine pasto, nei momenti di chiacchiere e relax, ma in abbinamento ad un piatto è possibile scoprirne nuove note gustative e sfumature sensoriali. E’ proprio questo che ci siamo impegnati a fare in un viaggio alla scoperta di inaspettati sapori.

Il rum (o ron come lo chiamano nei paesi di lingua spagnola) Zacapa nasce in Guatemala, proprio nell’omonima zona da cui trae origine il nome dato all’azienda . E’ frutto di una costante ricerca coniugata alla tradizione, binomio che nel processo produttivo lo ha reso negli anni uno dei rum più apprezzati da appassionati ed estimatori. A differenza della maggior parte dei rum in commercio, per cui si utilizza la melassa, nel rum Zacapa il processo di fermentazione ha origine con il puro succo di canna da zucchero, conosciuto come “miel virgen”.

L’antipasto che segue va accompagnato al Ron Zacapa23, il numero indica che il rum invecchiato maggiormente che si trova nella combinazione della bottiglia è stato in botti di Bourbon whisky, Sherry e Pedro Ximenez per 23 anni. Di grande struttura aromatica si distinguono  i sentori di frutta esotica, frutta matura e le note speziate.

ZACAPA Antipasto TRE

Ingredienti per 2 persone:

2 Astici di medie dimensioni
1 Avocado maturo
1 Pomodoro cuore di bue
½ Cipolla
1 Lime
Olio Extravergine d’Oliva
Sale
1 Peperoncino (tipo Bishop Crown)

Iniziate la preparazione dell’Antipasto cuocendo gli astici in acqua bollente per circa 12 minuti, a cottura ultimata fateli sgocciolare ed aiutandovi con gli appositi utensili (in alternativa con uno schiaccianoci e delle forbici da cucina) estraetene la polpa. Vi consigliamo di procedere separando la testa dal corpo per poi tagliare, partendo dalla coda, la corazza in senso verticale. Estraetene la polpa intera così come avrete fatto per le chele.

Durante la cottura degli astici procedete preparando il Guacamole. Tagliate a metà l’avocado, privatelo del nocciolo e spellatelo aiutandovi con un coltello, ottenete dei piccoli cubetti e trasferiteli in una ciotola; schiacciateli grossolanamente con una forchetta fino a ottenere una consistenza cremosa. Spellate il pomodoro, privatelo dei semi e tagliatelo in piccolissimi pezzi; aggiungeteli all’avocado. Tritate finemente la cipolla e trasferitela nella ciotola con un pizzico di sale. Infine amalgamate anche la scorza del lime ed il suo succo, mescolate aggiungendo pian piano due cucchiai di olio extravergine d’oliva.

Scottate in una pentola, con un filo d’olio, la polpa dei due astici che servirete tiepidi.

Impiattate disponendo sul fondo il guacamole e adagiate l’astice; completate aggiungendo il peperoncino tagliato in sottilissime listarelle.

 ZACAPA Antipasto DUE


Ci ascoltiamo i Two Door Cinema Club con What You Know, canzone che ha accompagnato la serata dei "The World's 50 Best Restaurants" raccontata da Pietro, con le prossime ricette scoprirete anche le altre.


Mosca, Kartoshka e i Formaggi Svizzeri

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Tornata da ogni viaggio ripercorro mentalmente tutti i momenti che mi hanno lasciato qualcosa del posto visitato, trasmettendomi un po' di cultura e tradizione. Inevitabilmente, il più delle volte, mi ritrovo a ricordare alla perfezione soprattutto cosa ho mangiato, dove e con che modalità; sarà deformazione da buona forchetta italiana. Del mese trascorso a Mosca, ricordo qualcosa in più: i tre giorni trascorsi in ambasciata a Milano per ottenere il visto, il freddo il giorno di Ferragosto, il fondo diamantifero degli Zar, le bellissime donne, la totale assenza di indicazioni in inglese con annesso smarrimento dei turisti, l'architettura faraonica dei palazzi, gli innumerevoli Suv che sfrecciavano accanto alle altrettanto numerosi auto Lada, la vodka, il pesce essiccato venduto nei sacchetti come le patatine, le zuppe e «Kroshka Kartoshka».

Mosca è una città "cara, carissima", da brava studentessa non potevo assolutamente permettermi di mangiare nei ristoranti o nei caffè ogni giorno, così ho approfondito tutta l'offerta gastronomica dei mini market e delle catene disseminate per la città, tra queste quella che mi ha maggiormente divertito è senza alcun dubbio «Kroshka Kartoshka». Era possibile trovare un loro chioschetto in ogni isolato, un rapporto qualità prezzo approvato da tutti, lo street food per eccellenza. La kartoshka è una patata al cartoccio farcita con ciò che si vuole: dal salmone alla panna acida, dalla cipolla ai legumi.

FSvizzeri TRE

Da allora, ogni volta che mi si chiede di pensare ad uno specifico street food non italiano, mi vengono in mente le nostre passeggiate per la città di Mosca mangiando patate farcite e bevendo succo di mela. Così anche questa volta non ho potuto fare altrimenti: come lo scorso anno partecipiamo con piacere al contest di Teresa (Peperoni & Patate) organizzato in collaborazione con Formaggi dalla Svizzera, tema 2013 "Swiss Cheese Parade", lo street food secondo noi.

FSvizzeri UNO

Ingredienti per una kartoshka:

Una patata di media/piccola dimensione 
Uno spicchio d'aglio di Vessalico 
Funghi Porcini 
Gruyere Formaggi Svizzeri 
Prezzemolo 
Olio extravergine di oliva 
Sale 

Prima di dedicarci alla preparazione della farcia iniziamo a cuocere la patata. Lavatela accuratamente, asciugatela ed avvolgetele in un foglio di carta stagnola. Mettetela in forno preriscaldato (modalità statica) a 180° per 40minuti circa. 

Nel frattempo prepariamo i funghi trifolati: Tagliamo i porcini a cubetti e facciamoli cuocere in una casseruola con dell'olio extravergine di oliva ed uno spicchio d'aglio, a cottura quasi terminata aggiungiamo il prezzemolo tritato ed il sale. 

Quando la patata sarà cotta, la priveremo solo in parte della carta stagnola ed effettueremo un profondo taglio centrale, vi consigliamo di disporre prima delle sottili fette di Gruyere nel cuore della patata e solo dopo di aggiungere i funghi ancora caldi. Completiamo il nostro street food con una nuvoletta di Gruyere grattugiato. 

Consigliamo di servire la kartoshka ancora ben calda, sarà più gustose e sarà più semplice separare la buccia della patata.

FSvizzeri DUE

Accompagnerei questa ricetta con del succo di mele fresco, proprio come eravamo soliti fare nella bellissima Mosca.




Fusillotti Cacio e Pepe con Zucca

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La precisazione iniziale è doverosa: trattasi di un uso improprio della definizione "cacio e pepe", so bene quanto i romani ci tengano alla tradizione e all'autenticità dei loro piatti; sarebbe lo stesso se vedessi usare del tonno per le orecchiette con le cime di rapa. Vogliate, quindi, perdonare cari romani l'aggiunta della zucca, pur invitandovi ad assaggiare l'abbinamento che Pietro ha elaborato per accompagnare i FusillottiRummo, formato di pasta "Leggendario" di un'azienda che dal 1846 a Benevento ha fatto della lentezza il suo punto di forza.

Fusillotto quattro

FUSILLOTTI CACIO & PEPE CON ZUCCA


Ingredienti per 2 persone:

160g di Fusillotti RUMMO
80g di Pecorino romano

250g circa di Zucca mantovana 

Pepe nero
Olio Extravergine di oliva
1 ramo di Rosmarino
Sale

Iniziamo la preparazione cuocendo la zucca mantovana, adagiamo il pezzo intero su una teglia rivestita con della carta da forno. Condiamolo con sale, pepe ed un rametto di rosmarino ed inforniamolo per circa 30 minuti a 180°.

Cuociamo i Fusillotti in abbondante acqua bollente salata.

Attendendo che la pasta cuocia, grattugiamo finemente il pecorino romano e trasferiamolo in un boccale; aggiungiamo del pepe nero macinato, due cucchiai di olio extravergine di oliva ed un mestolo abbondante di acqua di cottura della pasta. Procediamo amalgamando il tutto aiutandoci con un frullatore ad immersione, dopo alcuni minuti otterremo una crema densa di pecorino.

Togliamo la buccia della zucca, ormai cotta, e ricaviamone dei piccoli cubetti.

Coliamo la pasta e versiamola in una capiente coppa, condiamola con la crema di pecorino, aggiungiamo il pepe e mescoliamo accuratamente.

Impiattiamo completando il piatto con i cubetti di zucca.


Fusillotto cinque

Ci beviamo su un il Nerojbleo dell'Azienda Agricola Gulfi



Ci ascoltiamo Rude dei Magic


Primo appuntamento con Vellutata di Zucchine

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Ebbene: dopo tanti anni di relazione culinaria stabile con Pietro è giunto per me il momento di un nuovo incontro, inaspettato e sorprendente. Un terzo che non è stato per niente un incomodo. Vi racconto com'è andata.

E' ormai risaputo a tutti che le mie abilità in cucina si limitano alle fasi preliminari delle preparazioni, quelle del "lava-pulisci-taglia", tutti compiti importantissimi è vero, ma che non finalizzano il piatto. Solo in rari casi sono riuscita a servire una portata interamente preparata da me e tutte le volte l'evento è stato festeggiato come ricorrenza memorabile. Poco più di un mese fa è arrivato nella nostra cucina un nuovo piccolo elettrodomestico ed anche questa volta pensavo che la mia relazione con il suddetto si sarebbe limitata allo "spolvera-lava" senza possibilità di ulteriori interazioni. Poi ad un tratto è scoccata la scintilla. Incuriosita dal libretto d'istruzioni e dal ricettario allegato all'affascinante Cuisine Companion di MOULINEX ho deciso di provarci, pronta ad un disastroso insuccesso o al massimo fiduciosa in un mediocre risultato.

Cuisine Companion di Moulinex con Selfie

Il Cuisine Companionè un robot multifunzione: mescola, impasta, taglia, cucina, cuoce al vapore e a bassa temperatura, è il compagno ideale per la preparazione di qualsiasi piatto. Ok, anche Pietro lo è...nel senso che fa tutto lui, ma se un giorno volessi preparare io!? Ecco cosa mi ha spinto a cimentarmi con il nuovo arrivato. Ho osservato prima con attenzione l'approccio di chi ai fornelli si destreggia con maestria e mi sono resa conto che l'uomo di casa lo ha utilizzato e lo continua ad usare come un vero e proprio "alleato". Non si farebbe mai sostituire per la preparazione di un risotto, nonostante ciò sia contemplato dalle funzioni, né gli permetterebbe di decidere al posto suo il tempo di cottura di un ragù. Al contrario si fida ciecamente dei suoi tempi per le preparazioni a bassa temperatura e sfrutta al meglio la funzione per impastare, ma predilige la modalità manuale che domina con grande sicurezza.

Il mio approccio, da profana e pasticciona, è stato diverso: ho cercato fin dall'inizio i 6 programmi automatici per cucinare (salse, zuppe, cottura lenta, cottura a vapore, impasti, dessert), quelli per cui inserivo gli ingredienti nel capiente boccale e poi tutto veniva preparato in modo impeccabile senza che io dovessi distogliere lo sguardo dallo schermo del pc. Ecco: ha funzionato!

Ovviamente come tutte le relazioni tra due perfetti sconosciuti il primo approccio è stato dominato dal buon senso. Volevo stupire Pietro, ho iniziato a sfogliare il ricettario allegato con cui poter comporre più di 1 milione di menu ed ho pensato che iniziare con il Brasato alla Stroganoff sarebbe stato azzardato così ho optato per una delicata vellutata di zucchine, ma non senza virtuosismi. Ho seguito le indicazioni della ricetta solo in parte, ho preferito poi sbizzarrirmi con varianti e test sul prodotto. Il risultato ve lo posso subito illustrare e son felice della sicurezza acquisita: ci saranno altri incontri e Pietro potrà finalmente lavare i piatti senza dover cucinare!

VELLUTATA DI ZUCCHINE CON PISTACCHI E NOCI

Intini DUE

Ingredienti per 2 persone:

2 zucchine di medie dimensioni
150g di ricotta di capra
Olio Extravergine di Oliva
Sale
Pepe Nero
Una manciata di noci e di pistacchi da sgusciare
2 Fette di pane di grano duro

Ho iniziato a preparare la vellutata lavando e tagliando le due zucchine, le ho trasferite nel boccale del Cuisine Companion con la lama ultrablade, trovata in dotazione nella confezione, ho aggiunto mezzo litro d'acqua salata ed ho avviato il mio tanto amato programma di cottura lenta per 25 minuti.

Nel frattempo ho schiacciato le noci e i pistacchi e a cottura ultimata li ho aggiunti insieme alla ricotta nel boccale, mescolando per 3 minuti a velocità 10.

Ho impiattato con una spolverata di pepe nero, un filo d'olio e servito insieme alle fette di pane tagliate a listarelle e tostate.

Abbiamo bevuto il Pinot Grigio di Abbazia Novacella


Durante la cena il pc trasmetteva i Red Gavas. La mia amica Cristina ha da qualche mese intrapreso un progetto musicale con atri componenti di quello che è un gruppo a tutti gli effetti, vi faccio conoscere il loro Canale YouTube


Spaghettini Cacio Vongole & Cedro per ZACAPA 23

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La scorsa settimana vi abbiamo raccontato del progetto che ci vede coinvolti nella realizzazione di un intero Menu in abbinamento ai pregiati Rum Zacapa. L’astice e il guacamole sono stati protagonisti della prima portata, un antipasto che ci ha immerso in una piacevole atmosfera estiva, servito con Ron Zacapa23. Proseguiamo questo nostro percorso sensoriale con un primo di pasta, abbinato sempre allo stesso rum, per dirigerci pian piano verso sentori più intensi da ritrovare nella terza portata principale.

Una delle particolarità che rendono unico questo rum è un passaggio della produzione che gli permette di acquisire carattere, l’invecchiamento con il Metodo Solera, che consiste nella miscelazione di rum giovani con rum invecchiati, una perfetta combinazione di caratteristiche resa ancora più preziosa dalle botti in cui la miscela viene custodita prima dell’imbottigliamento: rovere che ha precedentemente ospitato bourbon, sherry e vini di Pedro Ximemenz.

Sono proprio tutti questi dettagli e le caratteristiche dei singoli prodotti della gamma che conferiscono agli abbinamenti che abbiamo pensato e realizzato un tocco in più, oggi acuito dal profumo del cedro, dall’intensità del cacio e dalla salinità delle vongole.

SPAGHETTINI CACIO&PEPE CON VONGOLE VERACI E CEDRO


ZACAPA Primo UNO

Ingredienti per 2 persone:

180g di Spaghettini di Gragnano
500g di Vongole Veraci
150g di Pecorino Romano
1 Spicchio d’aglio
Olio Extravergine d’oliva
Sale
Pepe Nero
1 Cedro biologico

In un’ampia padella fate scaldare tre cucchiai di olio extravergine d’oliva, aggiungete lo spicchio d’aglio schiacciato e le vongole veraci, coprite con un coperchio e attendete qualche minuto affinché tutti i molluschi siano schiusi. Privateli delle valve e tenete da parte il frutto. Rimuovete l’aglio.

Nel frattempo fate cuocere in abbondante acqua salata gli spaghettini fino a metà cottura, trasferiteli successivamente nella padella dove avete fatto schiudere le vongole e terminate la cottura stessa aggiungendo dell’acqua prelevata dalla pentola.

ZACAPA Primo TRE

In un alto recipiente versate il pecorino grattuggiato, il pepe, un filo d’olio ed un mestolo di acqua di cottura della pasta e servendovi di un frullatore ad immersione preparate una crema.


Mescolate all’interno di una coppa la pasta ben scolata e la crema di pecorino, aggiungete le vongole ed aiutandovi con una pinza ed un mestolo impiattate. Completate il piatto con la scorza grattugiata del cedro ed un’ultima spolverata di pepe.

Ci ascoltiamo gli HAIM con Forever, canzone che ha accompagnato la serata The World's 50 Best Restaurants insieme alle altre che scoprirete nei prossimi post.


Risotto al nero di seppia per il secondo appuntamento

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L'ho rifatto: ho cucinato di nuovo io. Questa volta ho alzato il coefficiente di difficoltà, esattamente come fosse un videogioco e al momento dell'impiattamento sono apparse le stelline del "Livello Superato". Con che punteggio? Ho dovuto attendere l'assaggio da parte dell'amica che era a cena, pare con un discreto risultato, soprattutto relativamente alla cottura del riso e alla cremosità. Ho dovuto ammettere che quest'ultimo aspetto non era mio merito esclusivo perché per la preparazione ho usato il Cuisine Companion di Moulinex.

Dopo il successo (che faccio presente a Pietro ogni volta che millanta la sua superiorità ai fornelli) della Vellutata di Zucchine della scorsa settimana ho deciso di cimentarmi ancora con il robot multifunzione. Ho preparato un piatto che i cultori del risotto non potrebbero mai accettare di delegare ad un elettrodomestico, ma io non sono una purista nelle preparazioni, piuttosto lo sono per gli ingredienti. Lascio a Pietro il compito di rilassarsi a girare e rigirare i suoi risotti nelle pentole di rame con i mestoli tramandati da generazioni, vorrei avere anche solo la metà della sua manualità e sicurezza in cucina, nel mentre sopperisco con il programma "cottura a fuoco lento" che le nuove tecnologie mi forniscono.

Per la preparazione ho seguito le indicazioni del ricettario relative al "Risotto", ho tenuto presente le linee guida per tempi, velocità e temperatura ed ho impostato manualmente tutti i parametri. 

RISOTTO AL NERO DI SEPPIA

Risotto Nero Due

Ingredienti per 2 persone:

160g di Riso Carnaroli
500g di Seppie Fresche (Freschissime)
1 Bicchiere di Vino Bianco
1/2 Cipolla
1 noce di burro
30g di Parmigiano Reggiano
Olio Extravergine di Oliva
Sale 

Ho lavato e pulito accuratamente le seppie, privandole della sacca in cui è contenuto il nero. Le ho tagliate in cubetti di uguale dimensione e le ho messe a cuocere per 10 minuti nel boccale del robot con un filo d'olio e la cipolla sminuzzata a 100° con impostata velocità 2.

Successivamente ho aggiunto il riso e l'ho fatto tostare per 2 minuti, trascorsi i quali ho versato il vino ed ho aspettato fosse completamente evaporato. Ho aggiunto acqua e sale ed ho impostato il programma cottura a fuoco lento P3 per 15 minuti, controllando la cottura ed aggiungendo altra acqua e sale nel caso fosse completamente assorbita.

Risotto Nero Tre

A cottura quasi ultimata ho completato con il nero delle seppie che avevo tenuto da parte, mescolando a velocità 3 per 2 minuti. Ho terminato mantecando con la noce di burro e il Parmigiano Reggiano per 2 minuti a velocità 5. Ho subito servito il risotto ben caldo.

Ci abbiamo bevuto su il Cerasuolo d'Abruzzo Suffonte, suggeritoci da Pietro dopo una degustazione guidata su questa tipologia di vino (che non conoscevamo).



Filetto di Maiale alle Prugne con Gelato allo Yogurt

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Perplessi dopo aver letto il titolo del post? Ebbene sì, stiamo per raccontarvi come realizzare una ricetta salata che contempla tra i suoi ingredienti il gelato del nuovo Barattolino allo Yogurt Sammontana, ma facciamo un passo indietro.

Il famoso Barattolinoè tra i ricordi delle mie estati anni '90, quelle dell'età delle Scuole Elementari e Medie, quando le vacanze iniziavamo a Giugno e finivano a Settembre. Non c'era merenda senza una coppetta di gelato alla panna e tanta frutta fresca. Da quel momento in poi ho sempre collegato l'immagine dello smile sorridente sul cono con la serenità e la spensieratezza di quegl'inni, è ancora rassicurante ritrovarlo nei bar o al supermercato quando si fa la spesa.

Vien da sè la felicità nell'intraprendere questa collaborazione con Sammontana per il lancio di un nuovo gustosissimo Barattolino: lo YOGURT. Coinvolti insieme ad altri bravissimi blogger ci è stato chiesto di realizzare cinque ricette in cui tra gli ingredienti fosse contemplato il gelato. Ci siamo lasciati trasportare dal sapore non eccessivamente dolce del gusto e dalla voglia di sperimentare così siamo giunti alla realizzazione di tre di queste ricette in versione salata. Un azzardo per qualcuno, una bellissima sfida vinta per noi.


Filetto TRE

Provate e fateci sapere, intanto vi riportiamo la ricetta accompagna dalle foto con protagonisti d'eccezione: alcuni ingredienti "cartoonizzati" da una nostra cara conoscenza, Kartun.

Raccomandazione: è ammesso l'assaggio diretto del gelato dal Barattolino durante la preparazione, condizione indispensabile affinché il piatto sia impeccabile. Se volete lasciarvi stuzzicare da tutte le ricette delle altre bravissime blogger vi basterà andare a curiosare sulla TAB creata nella Pagina FaceBook di Sammontana.


Ingredienti per 2 persone

Barattolino Sammontana allo Yogurt
300g di filetto di maiale
12 prugne secche
2 bicchieri di vino rosso
Alloro
Rosmarino
1 Spicchio d’aglio
Olio Extravergine di oliva
Sale
1 cucchiaio di miele

Filetto UNO

  1. Tritate finemente alloro e rosmarino, aggiungete del sale e cospargete il filetto di maiale con il trito così ottenuto.
  2. In una pentola capiente fate scaldare due cucchiai di olio extravergine di oliva con lo spicchio d’aglio, dopo un paio di minuti rimuovete l’aglio e trasferite il filetto di maiale, alzate la fiamma e scottatelo un minuto per lato.
  3. Aggiungete il vino rosso e le prugne denocciolate, lasciate cuocere con coperchio per circa 20 minuti. Il cuore del filetto deve raggiungere i 75° di temperatura perché si possa ritenere pronto.
  4. A cottura terminata lasciate intiepidire il filetto in un piatto, nel frattempo aggiungete un cucchiaio di miele alle prugne e se necessario dell’altro vino, alzate la fiamma e fate ridurre la salsa per alcuni minuti.
  5. Tagliate il filetto e disponetelo in un piatto, aggiungete le prugne con la salsa ottenuta.
  6. Tirate fuori dal freezer il Barattolino Sammontana allo Yogurt e completate il piatto con il gelato allo yogurt.
 Filetto DUE

Ci beviamo su il Nero di Lupo di Cos







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